A Taranto il rilancio passa dalla molecola

IL SOLE 24 ORE

Il gruppo Comes in veste 12 milioni su un vecchio sito per convertirlo all’idrogeno

Domenico Palmiotti

Negli anni dopo la seconda Guerra Mondiale ha visto la costruzionedelle torrette dei carrarmati Leopard, poi le lavorazioni metalmeccaniche della Simi e le carpenterie meccaniche della Cemit. Insieme alla vecchia Italsider statale, quell’area è stata un pezzo importante della storia industriale di Taranto. E ora sulle tracce della storia si edifica il nuovo. Lo fa il gruppo Comes che un anno fa ha acquisito da un imprenditore quello che era diventato un sito di archeologia industriale, non più usato da dieci-dodici anni, per rilanciarlo con l’idrogeno. Con un investimento complessivo di 12 milioni di euro, di cui 2,6 per la ricerca, avverrà infatti la produzione di elettrolizzatori di nuova tecnologia «frutto della nostra ricerca», spiega il presidente di Comes ed ex presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo. Il nuovo progetto si chiama in sigla HAS, che sta per Hydrocracy Advanced System. Obiettivo, è un sistema di generazione di idrogeno green della taglia 100-200 kW basato su una tecnologia migliorata dal punto di vista dei catalizzatori e dell’hardware di cella, cioè capace di operare ad alta pressione. Ci sarà un sistema di gestione auto-adattativo strutturato sull’intelligenza artificiale. E i flussi energetici saranno gestiti puntando agli obiettivi della transizione energetica, quindi decarbonizzazione, riduzione delle emissioni, efficienza e qualità.

Saranno coinvolti i dipartimenti di Fisica e Chimica dell’Università di Bari. Accanto all’idrogeno, annuncia Cesareo, ci saranno le linee di lavorazione di meccanica di precisione, «che già svolgiamo a Faggiano, nel Tarantino, con attrezzature di nuova generazione, e le manutenzioni relative a revisione di navicelle per impianti eolici», «Stiamo cercando di farlo diventare uno degli stabilimenti più green d’Europa – rileva Cesareo – Sarà infatti sostenuto energeticamente da pannelli fotovoltaici e da accumulatori ad idrogeno con una tecnologia di nostra ricerca sulla quale stiamo lavorando». Nel 2022 Comes ha registrato un fatturato di 5o milioni (+67%) con la quota estera che è salita dal 4,3 del 2020 al 15,1 del 2022 e nel 2023 sarà del 23,3. Per Il 2023 l’obiettivo è di 67 milioni di giro d’affari (+35,8%). Il gruppo Comes attualmente conta circa 490 unità (erano 432 nel 2021 € 347 nel 2020) e per il 2023 le ore di lavorazione calcolate, 1,4 milioni, porterebbero l’organico a 757 unità. “Ma non contiamo di fare tutto con risorse interne afferma Cesareo -. Cresceremo di 50-60 unità e per il resto ci appoggeremo alla filiera di fornitori e partner”. L’azienda annuncia che l’impegno di personale all’estero è cresciuto nel 2022 del 128,2 per cento grazie al volume di ore sviluppato nei cantieri di Irsching e Marbach in Germania. E nel 2023 si avrà una crescita analoga (+112) con lo sviluppo dei canteri in Francia che si affiancheranno a quelli in Germania. Il fatturato 2022 vede l’energia in testa col 59,9 per cento (28,819 milioni), seguita da militare e siderurgia appaiati (17 per cento a testa, 8,5 milioni, ma per la siderurgia la quota Acciaierie d’Italia non è rilevante), terziario al 7 per cento (3.4 milioni).

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